Non solo ammazza-blog: cronistoria delle ultime leggi online

Cronaca
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La rete si mobilita contro il ddl Alfano e l'impatto che avrebbe sui blog, ma si discute anche sul regolamento Agcom sul diritto d'autore e sulla proposta di legge Centemero sulla responsabilità degli Isp. Ecco le leggi sul web dell'era Berlusconi

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di Gabriele De Palma

Proteste in piazza con manifestazioni più o meno pittoresche (l'ultima andata in scena proprio giovedì 29 settembre) e un coro di critiche in rete. Sono questi i tratti comuni delle recenti leggi in discussione al Parlamento che toccano in tutto o in parte le regole e le norme del web. Un post-it incollato sotto il naso è diventato il simbolo di chi non vuole che il ddl Alfano sulle intercettazioni venga approvato, e in particolare il comma 29 dell'art. 1 detto anche norma bavaglio o norma ammazza-blog.

Altrettanto criticata durante l'iter di formulazione è la proposta di regolamento che l'Agcom ha sottoposto a pubblica audizione lo scorso 6 luglio, con una Notte della rete dedicata a contestare le norme che mettevano a rischio la libertà degli utenti internet. Ed è stata da poco presentata dall'onorevole Elena Centemero (Pdl) un'altra proposta di legge che riguarda la responsabilità dei fornitori di servizi web - già stata notata dagli osservatori internazionali - che è destinata a far discutere anche la rete italiana.

La Centemero (ma i firmatari sono in realtà una ventina) estenderebbe agli internet service provider una responsabilità finora a loro estranea ovvero quella sui contenuti pubblicati sulle loro piattaforme. In caso gli Isp non rimuovano prontamente i contenuti illegittimi – o presunti tali – verranno considerati correi e rischiano l'intervento dell'autorità giudiziaria per rendere inaccessibili gli stessi.

Ma l'attività legislativa che ha ripercussioni sulle nostre vite digitali non si limita a queste tre proposte. Nella sola ultima legislatura (dall'aprile 2008 a oggi) sono quasi una ventina, senza contare le molte dichiarazioni e alcuni provvedimenti ministeriali come la task force voluta dal ministro dell'Interno Maroni per le intercettazioni telematiche di conversazioni su VoIP (Skype nella fattispecie).

La ricostruzione dell'attività parlamentare in materia di internet e dei diritti di utenti, produttori e fornitori di servizi e contenuti dà luogo a una lunga lista che tocca più temi, dalla definizione di prodotto editoriale, alle leggi sulla diffamazione a mezzo stampa, dalla regolamentazione delle tv sul web al diritto d'autore.

Diffamazione
Il disegno di legge Alfano agli onori della cronaca in questi giorni, è il figlio minore – come è stato definito dall'avvocato Guido Scorza – di un altra proposta di legge, la numero 881, a firma degli onorevoli del Pdl Gaetano Pecorella ed Enrico Costa, presentata alla Camera nel maggio del 2008 (un mese prima della presentazione del ddl Alfano sulle intercettazioni). E si prefigge analoghi scopi anche la proposta di legge nota come Carlucci, dal nome della parlamentare del Pdl Gabriella Carlucci, che vietava l'anonimato in rete. Mentre però il ddl Alfano è tornato prepotentemente alla ribalta nel dibattito parlamentare, le altre due proposte – aspramente criticate da molti utenti internet – languono alla prima fase dell'iter legislativo.

Diritto d'autore e diffusione telematica
Il diritto d'autore è uno degli argomenti che più hanno fatto discutere e su cui sono state presentate più proposte e disegni legge. Del regolamento Agcom si è già detto in apertura ma sono almeno altre due le proposte avanzate in questa legislatura. La prima è quella dell'onorevole Roberto Cassinelli (Pdl), in cui si chiede la liberalizzazione dell'uso delle opere protette da copyright per le finalità didattiche, scientifiche e per la discussione e la critica delle stesse. Il testo però, dopo la presentazione alla Camera nel giugno 2009 e l'assegnazione alla Commissione Cultura nel settembre dello stesso anno non ha più conosciuto sviluppi. Analoga sorte – ovvero la stasi nel processo legislativo – per la proposta di Luca Barbareschi del gennaio 2009 (numero 2188), che prevede l'istituzione di piattaforme telematiche nazionali per la fruizione gratuita di opere dell'ingegno. Lo scopo della proposta di Barbareschi è quello di arginare la pirateria fornendo un'alternativa legale e statale all'offerta di contenuti.

Responsabilità degli Isp
Gli Internet Service Provider, come ad esempio Facebook o YouTube o Google, sono da tempo nel mirino del legislatore ogni qual volta si cerca di mettere ordine a internet. Oltre alla proposta Centemero, va segnalato anche l'emendamento proposto dall'onorevole D'Alia al decreto legge Berlusconi-Maroni-Alfano sulla sicurezza nel 2009. L'emendamento – divenuto poi articolo 60 del decreto – prevede che il Ministero dell'Interno possa imporre agli Isp di rendere inaccessibili i contenuti illegittimi. Il decreto è stato poi trasformato il legge (la 94/2009) ma l'emendamento D'Alia è stato abrogato.

Prodotto editoriale e televisivo
Internet ha stravolto le definizioni comunemente accettate nel mondo analogico, tra queste quella di prodotto editoriale – e di testate giornalistica – è una di quelle che è stata messa a più dura prova. A ridefinire il prodotto editoriale ci hanno provato sia il pidiellino Cassinelli (uno dei grandi animatori di questa ondata di proposte di legge per il mondo digitale) che il democratico Riccardo Franco Levi. Levi ha presentato la propria proposta nel 2007, durante il governo Prodi, ma la discussione parlamentare si è conclusa sotto il governo Berlusconi nel novembre 2008, con lo stralcio delle norme su internet. La proposta Cassinelli (numero 1921) dopo la presentazione alla Camera nel novembre 2009 e una revisione quindici giorni più tardi è ora di competenza della Commissione Cultura della Camera, in attesa di approvazione.
È diventata legge invece il disegno di legge Romani sulla definizione di webtv e le responsabilità correlate, che ha risparmiato la responsabilità per la diffusione di video su web a meno che non siano risultato di un palinsesto organizzato. Insomma salvi i blog, con soddisfazione degli utenti.

WiFi, neutralità e oblio

Infine vanno segnalate altre tre proposte, molto importanti per il web. La prima è quella che riguarda la neutralità della rete internet, proposta dai democratici Vita e Vimercati, che mira a garantire un accesso neutrale alla rete e favorisce l'adozione di software open source per le Pubbliche Amministrazioni. Il testo è stato presentato in Senato nel luglio 2009 e due mesi più tardi è stato assegnato alla Commissione Lavori Pubblici, dove è rimasta ferma.
La seconda vede protagonista la leghista Caterina Lussana, e riconosce ai cittadini il diritto all'oblio, e cioè la garanzia che per chi è stato sottoposto a procedimenti penali, dopo un ragionevole periodo di tempo le informazioni riguardanti il processo non siano più reperibili da chiunque.

Ultima ma tra le più attese dagli utenti e dai cittadini tutti ancora una proposta dell'onorevole Cassinelli, una proposta bipartisan scritta a quattro mani con l'onorevole Concia (PD), che chiedeva la modifica del decreto Pisanu sulle modalità di identificazione degli utenti che si connettono alle reti WiFi pubbliche. La proposta è stata ascoltata e sostanzialmente integrata nelle Nuove misure in materia di sicurezza dei cittadini presentate nel novembre 2010 dal Ministro dell'Interno e dal Presidente del Consiglio. Prima serviva la fotocopia della carta d'identità, ora non più anche se non è mai stato scritto il testo sul nuovo regolamento di identificazione. Cassinelli suggeriva l'identificazione a mezzo sms, gli utenti e i gestori di internet point pubblici e privati stanno aspettando le nuove procedure.

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