Immigrazione, un’altra tragedia in mare a Lampedusa

Cronaca
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Su un barcone soccorso dalla Guardia costiera, con a bordo quasi 300 persone provenienti dalla Libia, sono stati ritrovati 25 corpi senza vita. L’ipotesi è che, ammassati nella stiva, siano morti per asfissia. Identificati gli scafisti

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I corpi di 25 persone sono stati ritrovati su un barcone carico di immigrati soccorso dalla Guardia costiera la notte tra domenica 31 luglio e lunedì 1 agosto a 35 miglia a Sud di Lampedusa. I corpi sono stati individuati dopo che erano stati trasbordati su due motovedette i 271 stranieri che viaggiavano sul ponte dell'imbarcazione. Tra di loro, 36 donne e 21 bambini. Nessuno aveva parlato dei morti, che sono stati scoperti dai marinai della Guardia costiera quando hanno effettuato come sempre un'ispezione dell'intera barca prima di abbandonarla. L'operazione di soccorso è scattata dopo una telefonata fatta con un cellulare da uno dei passeggeri del barcone, che ha chiesto aiuto. Ma nemmeno lui aveva parlato dei cadaveri.

L’imbarcazione, lunga una quindicina di metri, è salpata dalla Libia ed è stata poi avvistata da un elicottero della Guardia di finanza e raggiunta da due unità della Capitaneria di porto che ne hanno seguito la navigazione fino a un miglio da Lampedusa. Qui il motore del barcone ha avuto un guasto, e gli immigrati sono stati trasferiti sulle motovedette. Quindi sono stati trovati i 25 cadaveri.

I morti sono tutti uomini, eccetto una donna. Non sono ancora state stabilite le cause dei decessi e si ignora se sia la stessa per tutti. I medici del Poliambulatorio di Lampedusa hanno effettuato un primo esame, ma si attendono ulteriori accertamenti. Non sarebbero stati riscontrati segni di violenza. Una delle ipotesi è che siano vittime di asfissia, per mancanza di ossigeno negli stretti spazi della stiva dove probabilmente durante la navigazione erano ammassate troppe persone.

In serata sono poi stati identificati dalla polizia 5 presunti scafisti che avrebbero condotto il barcone. Ipotizzati i reati di morte come conseguenza di altro reato, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio. L'accusa di omicidio nasce dalla testimonianza di alcuni migranti che hanno raccontato che uno di loro è stato buttato in acqua perché era riuscito a uscire dalla stiva in cui erano tenuti rinchiusi i 25 poi deceduti.

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