Melania, arrestato Salvatore Parolisi

Cronaca
Salvatore Parolisi
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"Io in carcere, l'assassino di mia moglie libero" ha dichiarato il caporalmaggiore accusato di aver ucciso la donna il 18 aprile scorso. Il gip: omicidio aggravato da crudeltà. Il possibile movente sarebbe la relazione con la soldatessa

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Poco più di tre mesi. E' il tempo intercorso dal 18 aprile, giorno della scomparsa di
Melania Rea, all'arresto del marito, Salvatore Parolisi, avvenuto la mattina di martedì 19 luglio su indicazione del gip Carlo Calvaresi che ha accolto la richiesta dei Pm ascolani dopo novantadue giorni di indagini.
L'accusa contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare è pesantissima: omicidio volontario
pluriaggravato
dal vincolo di parentela e crudeltà e vilipendio di cadavere in eventuale concorso con altri.
"Io in carcere, l'assassino di mia moglie libero". Sarebbe stato questo il primo commento dell'uomo dopo la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare.

Parolisi "ha fatto tutto da solo" - "Salvatore Parolisi ha fatto tutto da solo nel compiere il delitto". Questo il parere personale del comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli, Col. Alessandro Patrizio, espresso nel corso della conferenza stampa convocata per spiegare le modalità di arresto del caporalmaggiore dell'Esercito accusato di aver ucciso a coltellate la moglie, Melania Rea.

Le reazioni della famiglia Rea - "E' una cosa che aspettavamo tutti" ha detto Michele, fratello di Melania Rea (clicca per il video). Non si dice sorpreso dell'arresto Mauro Gionni, legale della famiglia Rea, secondo cui dalla perizia erano già emersi degli elementi di responsabilità di Parolisi. Il legale sottolinea poi come iscrizione e iscrizione nel registro degli indagati non sono avvenuti all'indomani dell'omicidio e sarebbero dunque frutto di un lungo lavoro di accertamenti e indagini da parte della procura. Una parte importante, conclude Gionni, avrebbe avuto il rapporto tra Parolisi e Ludovica, la donna con la quale l'uomo aveva avuto una relazione.

La ricostruzione - Lunghe e articolate le indagini, partite il 20 giugno, giorno del ritrovamento del corpo senza vita della giovane donna originaria di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. Per far luce sulla vicenda gli investigatori partono dalle dichiarazioni del marito. Secondo il caporalmaggiore dell'esercito, lei, lui e la figlioletta di 18 mesi erano andati il 18 aprile al pianoro di Colle S. Marco (600 metri altitudine), colle che sovrasta Ascoli, a meno di 10 km di distanza, nel primo pomeriggio, quando la donna si è allontanata per andare al bagno al vicino ristorante Il Cacciatore, e non è più tornata. Ma il 20 aprile Melania viene trovata morta, assassinata con una trentina di coltellate, presso il chiosco della pineta, nel "bosco delle casermette", in località Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. il luogo è a meno di 10 chilometri dal pianoro di Colle S. Marco, sulla stessa 'montagna dei fiori', ma a 1200 metri d quota.
A segnalarne la presenza un telefonata anonima, fatta da un uomo da una cabina telefonica della città di Teramo. Le indagini si fanno serrate: tra sopralluoghi, interrogatori e controlli del traffico telefonico dei cellulari di Parolisi, si scopre che il militare aveva un amante, una ex recluta. Poi arriva il giorno dell'autopsia sul corpo della donna. In tutto se ne effettueranno due, in tempi diversi. Dopo i funerali, si susseguono nuove audizioni di testimoni e perquisizioni.
Il 21 giugno il primo colpo di scena: Parolisi viene iscritto registro indagati dai pm piceni per omicidio volontario. Con la famiglia Rea che si costituisce parte civile. Il 19 luglio l'arresto del caporalmaggiore.

Parolisi il giorno di Pasqua doveva andare dall'amante - Dalla ricostruzione fatta dai magistrati ascolani, condivisa dal gip Carlo Calvaresi che ha accolto la loro richiesta d'arresto emerge che il 23 aprile, a Pasqua, Salvatore Parolisi doveva recarsi a Roma per conoscere i genitori di Ludovica P., che nel frattempo gli avevano già prenotato una stanza d'albergo. Quel giorno Parolisi si sarebbe dovuto presentare dall'amante già con la notizia che aveva lasciato la moglie.
Nell'ordinanza del gip vengono evidenziati anche i comportamenti tenuti da Parolisi dopo aver denunciato la scomparsa della moglie. In particolare il fatto di non aver partecipato alle ricerche, ma di essersi piuttosto preoccupato di cancellare il profilo su Facebook col quale chattava con Ludovica.

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