"In mutande ma vivi", i pro-Silvio al fianco di Ferrara

Cronaca
Mutande e calzini... la scenografia della manifestazione organizzata da Giuliano Ferrara
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A Milano i sostenitori di Berlusconi hanno partecipato all'evento organizzato dal direttore del Foglio. Per alcuni senza di lui "l'Italia non sarebbe governabile" mentre Ferrara chiede a gran voce: “Il Cavaliere torni quello del ‘94”. GUARDA VIDEO E FOTO

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di Greta Sclaunich

Arriva declamando Kant e brandendo i suoi “Scritti politici”. Una risposta a Umberto Eco, che aveva dichiarato di fare tardi la sera per leggere le opere del filosofo tedesco e non per andare a prostitute. Alle domande dei giornalisti risponde leggendo pezzi scelti dal volume, un tascabile della Utet, in italiano e in inglese per le televisioni straniere. Poi Giuliano Ferrara sale sul palco del teatro Dal Verme, appende il cappotto ai fili della biancheria tesi da un lato all’altro, tra mutandine, mutandoni, calzini e cappelli. D’altronde il titolo dell’evento è “ In mutande ma vivi ”, un richiamo esplicito alle vicende che stanno coinvolgendo il premier Berlusconi e alle polemiche seguite al “ caso escort ”. Una sorta di manifestazione a sostegno del presidente del Consiglio che vede schierati sul palco, oltre al direttore de Il Foglio, anche l’editorialista del Corriere della sera Pietro Ostellino, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, lo scrittore e giornalista Camillo Langone, l’onorevole Iva Zanicchi, la scrittrice Assuntina Morresi. In prima fila un parterre di politici che conta l’onorevole Daniela Santanchè, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni (per lui solo una comparsata di pochi minuti) e il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Di fronte a loro una sala piena e un pubblico che arriva al migliaio di persone, in parte sistemato all’interno del teatro e in parte in attesa davanti all’atrio.

Un pubblico serio, inquadrato, distinto. Età media? Dai 60 in su. Tutti vestiti con gusto, abiti di buon taglio, gioielli e capelli freschi di messa in piega. Pochi i giovani, assenti i giovanissimi. I presenti sono di centrodestra, a favore di Berlusconi ma non per forza berlusconiani. Come Carlo, 43 anni, un impiego nel mondo della comunicazione: “Non so se voterei Berlusconi, di certo non voterei la sinistra ma non per una questione ideologica quanto per il suo appiattimento. Sono qui perché apprezzo l’approccio realista di Ferrara e mi preoccupa la magistratura che spia i cittadini dal buco della serratura”. Una frase che è anche lo slogan dell’evento e che viene sottolineata da diverse persone. Paola, 65 anni, si dice “indignata dall’invadenza della magistratura” mentre Amelia, 70, sostiene che quello di Ruby sia un caso montato ad arte, “perché se avessero davvero voluto proteggere una minorenne avrebbero fatto partire prima il processo, dato che le indagini sono in corso da un bel po’”. Mentre a chi cita la telefonata in questura del premier e l’accusa di concussione, la sessantenne Paola risponde che “chissà quanti fanno così, se la raccomandazione in Italia fosse reato saremmo tutti indagati”.

Attilio, 42 anni, impiegato della provincia di Pavia, invece ammette di non essere d’accordo con alcuni comportamenti di Berlusconi ma “non vedo altre strade percorribili per cui voterò ancora Pdl, è l’unico partito che riesce a governare in questo momento”. La pensa così anche Guido, 91 anni, ex insegnante: “Senza il premier l’Italia non è governabile. Ma io oggi non sono qui per ragioni politiche ma perché Berlusconi mi sta simpatico nonostante tutto”.
Anche Assunta, 68 anni, origini venete, è qui per la stessa ragione. In particolare perché “non ne posso più di questo giornalismo fasullo della sinistra, che si accanisce sul presidente del Consiglio eletto dal popolo”.

Tra il pubblico ci sono anche scettici, come Davide, 22 anni, studente a Giurisprudenza, che è qui “per il pensiero politico di Berlusconi, anche se ormai non sono più berlusconiano e preferirei un cambio generazionale”. Lui è venuto al teatro con suo padre Giuseppe, 51 anni, artigiano, anche lui presente “per difendere i principi liberali, che però al momento per me coincidono con la difesa del premier”. Non mancano quelli che sono “berlusconiani di testa ma anche di pancia” come Carlo, impiegato trentenne, Mariateresa, 60, pittrice con il nome d’arte di Terigiò, e Silvana, libera professionista sessantenne. Fuori dal teatro urlano e cantano “Silvio, Silvio” e dicono che “chi è senza peccato scagli la prima pietra” riprendendo il concetto espresso da Ferrara alla fine dell’evento. E cioè: “Rivogliamo il vero Berlusconi, quello del 1994”. Una frase e un giudizio premiato con un applauso e un’ovazione dell’intero teatro.

Guarda il video con le parole di Giuliano Ferrara:


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