Sos L'Aquila: "Ridateci la nostra città"

Cronaca
Il 20 novembre gli aquilani torneranno in piazza
l_aquila_manifestazione

“A un anno e mezzo dal sisma le macerie sono ancora lì. Serve una legge per affrontare le emergenze nel nostro Paese”. Questa la proposta dei cittadini aquilani che il 20 novembre scenderanno in piazza per raccogliere adesioni. Ne servono almeno 50mila

Abruzzo, dal terremoto alle proteste: tutte le foto

di Pamela Foti

“Al centro storico de l’Aquila, le macerie sono ancora lì dove sono cadute il 6 aprile”. Per questo, spiegano i cittadini abruzzesi, il 20 novembre ci sarà una manifestazione, “Sos L’Aquila”, perché a oltre un anno e mezzo dal sisma “la ricostruzione pesante non è ancora iniziata, né nella zona rossa né in periferia – spiega a Sky.it Massimo Prosperococco, che lavora all'Università de L'Aquila ed è tra i promotori del "popolo delle carriole". “Si va avanti a colpi di ordinanze”, dice, “quando invece servirebbe una volta per tutte un ordinamento giudiziario per affrontare le emergenze. Non solo la nostra”.

Da qui parte la mobilitazione degli aquilani che il 16 novembre hanno depositato una proposta di legge, frutto del lavoro dell’assemblea dei cittadini di Piazza Duomo, persone “comuni” che mettono a disposizione le loro professionalità per ricostruire la loro città dopo che il terremoto se l’è portata via.

"Terremoto dell'Aquila - Legge di solidarietà nazionale per i territori colpiti da disastri naturali” questo il nome dell’iniziativa popolare. “Una legge che trasformi la "politica dell'emergenza" in politica della prevenzione in tutta Italia e per tutti i disastri ambientali e sismici” chiarisce il comitato promotore. La proposta si compone di 4 articoli: la popolazione deve essere coinvolta e resa partecipe di tutte le scelte decisionali per far fronte all’emergenza; le attività della Protezione civile devono coordinarsi con quelle degli uffici territoriali competenti; prima di definire gli stanziamenti occorre quantificare il danno; è necessario creare un fondo permanente per le emergenze per fronteggiare eventi disastrosi. Si chiede anche che lo Stato si faccia da garante per prevenire ogni azione “illegale ed eticamente riprorevole a danno dei cittadini”.

“Ciò che manca, ancora oggi – precisa Massimo – è un progetto di insieme per ripartire. Si procede con interventi a macchia di leopardo, ma noi stiamo ancora aspettando il Master Plan, un piano organico che ci restituisca la nostra L’Aquila”.

Per questo gli abruzzesi si sono dati appuntamento in piazza sabato 20 novembre. La manifestazione nazionale partirà da piazza d’Armi, luogo che per mesi ha ospitato i terremotati nelle tendopoli, e procederà poi per via XX Settembre, alla quale gli aquilani vorrebbero dare il nome di via 6 aprile. Il corteo passerà davanti alla Casa dello Studente dove quella notte persero la vita 4 giovani appena ventenni, fino ad arrivare in piazza Duomo. Qui, inizierà la raccolta firme per la proposta di legge. Ne servono almeno 50mila. La speranza de L’Aquila è che il suo SOS raggiunga tutta Italia.

VAI ALLO SPECIALE ABRUZZO

Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]