Gino Strada attacca Il Giornale e Libero: "Spazzatura"

Cronaca
gino_strada

Il fondatore della Ong annuncia querele contro i due quotidiani per notizie false. I tre operatori di Emergency, rilasciati in Afghanistan, raccontano: abbiamo avuto paura ma eravamo fiduciosi perché innocenti. GUARDA GLI INTERVENTI

LE IMMAGINI della manifestazione di Emergency
GUARDA LE FOTO dei volontari di Emergency arrestati in Afghanistan
Un'odissea lunga 8 giorni: LA SCHEDA

Si è tenuta a Milano la conferenza stampa dei tre operatori di Emergency Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, arrestati in Afghanistan il 10 aprile e rilasciati il 18 . L'incontro coi giornalisti viene a cadere all'indomani del l'apertura d'un fascicolo contro ignoti , disposto dalla Procura della Repubblica di Roma per il reato di calunnia aggravata e continuata a danno dei tre operatori di Emergency.

Ad aprire la conferenza stampa Gino Strada che, in merito all'appurata falsità delle accuse contro i suoi collaboratori, ha annunciato di aver querelato i quotidiani " Il Giornale " e " Libero " per i titoli dei giorni scorsi, in cui si diceva che i tre operatori avevano confessato. Mostrando le prime due pagine della relativa edizione del quotidiano di Vittorio Feltri, Strada ha dichiarato: "Questa è spazzatura. Adesso ci aspettiamo che facciano un titolo a tutta pagina con la scritta 'Liberi, sono innocenti. Ma non lo faranno; andranno avanti a fare il loro sporco mestiere. Abbiamo querelato anche la mini spazzatura che è Libero".

Il chirurgo Marco Garatti, rimasto in carcere per nove giorni insieme agli altri due operatori di Emergency, si è detto addolorato per ciò che ha letto in questi giorni, una volta giunto in Italia. "Sto cercando di leggere con molta calma - ha detto - ciò che è stato scritto in questi giorni, perché fa più male dell'essere stato in carcere. Su di noi sono state scritte cose infamanti. Il giorno del mio compleanno ho visto i due ambasciatori che hanno chiesto a me, ma anche ai miei compagni, cosa chiedevo. A loro ho detto che volevo uscire a testa alta. Così è stato, perché non volevamo uscire spinti dalla diplomazia. Poi ho scoperto che si è cercato di buttare addosso fango a noi e a Emergency. Per questo, per quanto mi riguarda, chi è responsabile pagherà". Garatti ha quindi spiegato di aver avuto paura in tutti i nove giorni della detenzione. "Siamo stati accusati - ha spiegato - di aver saputo che nel nostro ospedale erano entrate delle armi e che noi sapevamo di questa cosa, perché eravamo in contatto con i talebani. L'accusa si basava su dati di fatto nulli e risibili". Garatti ha quindi aggiunto di non sapere o comunque di non essersi ancora dato una spiegazione su chi possa avere organizzato il complotto contro Emergency: "Siamo stati liberati e di questo siamo orgogliosi e fieri per noi e per tutta Emergency".
Alla domanda se durante gli interrogatori in Afghanistan fosse stato fatto riferimento al rapimento del giornalista di "Repubblica" Daniele Mastrogiacomo, Garatti non ha nascosto un sorriso ironico: "E' stato scritto anche questo, per cui ho saputo di essere diventato ricco. Ho saputo di aver ricevuto dei soldi. Peccato che, quando c'è stato il rapimento di Mastrogiacomo io ero in Sierra Leone a lavorare in un altro ospedale di Emergency". "Non so - ha concluso Garatti - se il rapimento di Mastrogiacomo è una scheggia dolente rimasta nelle scarpe dei servizi segreti afghani".

Matteo Dell'Aira ha raccontato, invece, di aver conosciuto un ragazzo afghano che parlava inglese d'aver ricevuto aiuti da lui: "Come ha detto Marco - ha spiegato - anche nei posti peggiori si può trovare tanta umanità e io sono fiero di appartenere all'umanità".
Matteo Dell'Aira ha quindi raccontato che al momento dell'arresto nessuno di loro si è reso veramente conto di cosa stava accadendo: "Ho pensato molto alla mia famiglia e adesso sto scoprendo il grande affetto di tutto il popolo di Emergency. Un affetto che è per noi di grande conforto".

Matteo Pagani, in collegamento video da Roma, non si è ancora dato una spiegazione del perché di questo arresto: "Non dimentichiamoci - ha detto - che ciò che è stato fatto a noi è stato fatto anche ai cittadini afghani. Ma ciò che è veramente grave è la chiusura dell'ospedale. I pazienti non hanno più nessuna cura e nessuno può aiutarli". Pagani sui suoi giorni di detenzione ha ammesso di avere avuto paura: "In quelle condizioni non è facile pensare. Si può pensare positivo e illudersi e ci si fa del male. Io pensavo alla mia famiglia e ai miei amici e questo era molto di conforto".

Le immagini della conferenza stampa



Gino Strada annuncia querela contro Libero e Il Giornale



Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]