Un mare da salvare, dall'Ecuador al Cile in bici contro la plastica

Ambiente

Il biologo italiano Dario Nardi ha portato a termine il suo progetto: 5mila chilometri su una bicicletta di bambù per documentare l'emergenza inquinamento sulla costa Pacifica del Sud America. FOTO

Cinquemila chilometri, due ruote, un unico obiettivo: raccontare l'emergenza plastica nella costa Pacifica del Sud America. Con questo spirito Dario Nardi, biologo di 32 anni di Ferrara, è riuscito a portare a termine il suo progetto, “Ocean Traceless”. Una pedalata lunga sei mesi che adesso, tornato in Italia, spera di trasformare in un documentario (FOTO).  
“Le difficoltà principali – spiega Nardi a SkyTG24 – le ho trovate in Bolivia, a causa dell'altitudine. A livello mentale, invece, la parte del nord del Cile è stata la più difficile perché è molto pesante attraversare il deserto in bicicletta” (guarda il video in alto).  
Tanti imprevisti ma non solo: tra i momenti più belli Dario Nardi ricorda infatti l'arrivo al Lago Titicaca. Un luogo che lui stesso aveva mostrato in diretta Facebook a Sky TG24.  
Ocean Traceless è stato un viaggio a impatto zero grazie alla bicicletta in bambù. “È solo un messaggio”, aggiunge Dario Nardi: “Se riusciamo a fare una cosa del genere con un materiale alternativo come il bambù, riusciremo sicuramente a sostituire la plastica perché le tecnologie sono già presenti, sono già sul mercato”. Parole in linea con la campagna “Un mare da salvare” che Sky sta portando avanti da mesi in tutta Europa per sensibilizzare i telespettatori e stimolare un comportamento responsabile nei confronti dell'intero ecosistema.

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