Il riscaldamento globale galoppa, oltre 2 gradi entro 2100

Ambiente
Lo scioglimento dei ghiacci è una delle conseguenze più lampanti del riscaldamento globale (Getty Images)
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Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, c'è solo il 5% delle possibilità che la temperatura terrestre non superi la soglia "limite" fissata dall'accordo sul clima di Parigi

Nonostante il successo politico dell'accordo di Parigi, con cui 195 Paesi del mondo di sono impegnati a contenere il riscaldamento globale, le chance di raggiungere i traguardi restano poche: appena una su 20. Lo ha calcolato uno studio realizzato da ricercatori di differenti università statunitensi e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change.

Poche possibilità di successo

Alla base dello scetticismo degli studiosi ci sono le grandi tendenze globali, economiche e demografiche, che suggeriscono un aumento delle emissioni superiore a quanto sarebbe necessario per contenere il riscaldamento globale. L'obiettivo più difficile da raggiungere è quello di contenere la crescita della temperatura media globale della Terra entro 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Uno scenario altamente improbabile, che infatti è "opzionale" negli accordi della Cop 21 e quasi utopia per gli esperti: le possibilità sono solo una su cento. Ma anche il contenimento dell'aumento entro i 2 gradi dai livelli pre-industrali fino alla fine del secolo, non sembra facile: i 195 Paesi che hanno sottoscritto l'accordo hanno solo il 5% delle possibilità di rispettarlo. Lo scenario più probabile (90%), invece, prevede che nel 2100 l'aumento della temperatura media globale del pianeta sarà compreso fra i 2 e i 4,9 gradi; nella peggiore delle previsioni avanzate, però, si potrà arrivare a 6 gradi in più rispetto ai livelli pre-industriali.

Il metodo

Il team guidato da studiosi della University of Washington di Seattle ha compiuto le sue stime partendo dalla costruzione di un modello statistico che tenesse conto di come potrebbero cambiare nel futuro le emissioni globali. A questo si è aggiunta l'osservazione storica su come e quanto la crescita della popolazione, del Pil e della "carbon intensity", l'intensità delle emissioni per dollaro di attività economica, avessero influito sulle temperature negli ultimi 50 anni. La buona notizia è che l'avanzata della tecnologia dovrebbe ridurre la "carbon intensity" del 90% entro fine secolo: Cina e India continueranno a produrre ma lo faranno in modo meno dispendioso in termini di consumo di risorse ed emissioni. Tuttavia, la crescita globale dell'attività economica, unita all'aumento della popolazione, vanificherà tale progresso in misura tale da rendere il rispetto dei termini dell'accordo estremamente difficile.

Il significato dei dati

"Siamo più vicini al confine di quanto pensiamo: se vogliamo evitare una crescita superiore a 2 gradi ci rimane molto poco tempo", ha detto al Guardian, Adrian Raftery, uno degli autori, "la gente dovrebbe essere molto preoccupata per questo". Allo stesso tempo i risultati di questo studio non devono portare a nessuna forma di disfattismo, precisa lo scienziato. "Anche se il target dei 2 gradi viene mancato, agire è molto importante: più la temperature cresce, peggiori saranno le conseguenze. Vogliamo evitare ogni tendenza ad usare i nostri risultati per dire che non eviteremo i 2 gradi di aumento rispetto ai livelli pre-industriali e che quindi è troppo tardi per fare qualcosa", ha precisato Raftery.

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