Australia, nel bacino Murray-Darling uccelli in calo del 70%

Ambiente
I pellicani sono tra gli uccelli che hanno fatto registrare una forte diminuzione nel bacino Murray-Darling (Getty Images)
Uccelli_acquatici_australia

Secondo una ricerca del Centre for Ecosystem Science dell'Università del New South Wales, i volatili migratori acquatici di queste zone umide avrebbero fatto registrare un calo "drammatico" negli ultimi tre decenni. Tra le cause l’inaridimento della regione

Gli uccelli migratori acquatici che sono soliti stanziare per un periodo dell’anno nel bacino dei fiumi Murray e Darling, in Australia, sono diminuiti del 70% negli ultimi tre decenni. A lanciare l’allarme è una nuova ricerca del Centre for Ecosystem Science dell'Università del New South Wales, che ogni anno conduce ricognizioni di circa duemila zone umide del continente. Mettendo insieme le rilevazioni degli ultimi 32 anni gli scienziati hanno constatato un calo "drammatico" di questi volatili all’interno del bacino creato dalla congiunzione dei due fiumi, che costituisce il maggior sistema fluviale del continente e che bagna quattro stati del paese: dal Queensland nel nordest attraverso il New South Wales, il Victoria e infine il South Australia.

Tutte le specie in diminuzione

Dalle cicogne ai pellicani passando per gli ibis e gli egretti, tutti i volatili migratori acquatici della zona avrebbero fatto registrare una considerevole diminuzione. "Gli uccelli sono morti o non si sono riprodotti come nel passato", ha scritto il responsabile della ricerca Richard Kingsford sulla rivista scientifica Global Change Biology, che ha pubblicato lo studio. "Abbiamo esaminato le popolazioni di uccelli che si cibano di pesci, di quelli che mangiano invertebrati o la vegetazione, e tutti i gruppi sono in declino. Questo ci dice che l'intero ecosistema è in declino", ha spiegato.

Tra cause il numero eccessivo di dighe

Dalla ricerca emerge che la principale causa di questo spopolamento è direttamente collegata alla diminuzione dei flussi fluviali. Il bacino Murray Darling, infatti, da decenni vive una profonda sofferenza idrica e molte zone stanno diventando aride. "Abbiamo rilevato una forte differenza paragonando il bacino del Murray-Darling, che ha 240 dighe e raccoglie 30mila gigalitri d'acqua, con il lago Eyre nell'entroterra del South Australia, dove invece c’è solo una diga", ha spiegato Richard Kingsford. In questa seconda zona, a differenza della prima, gli scienziati hanno potuto costatare che tra il 1983 e il 2014 non ci sono stati cambiamenti significativi nella popolazione degli uccelli, motivo per il quale si sono convinti che l’inaridimento del Murray-Darling sia la causa principale di questo drammatico calo.

Le ripercussioni

Lo studio, secondo gli scienziati, mette in evidenza come la deviazione dei corsi d’acqua, molto utile per motivi di irrigazione agricola, può avere degli effetti devastanti sull’ecosistema. Ma per gli studiosi c’è ancora speranza perché la ricerca mostra che gli uccelli possono ripopolare la zona: "Alcuni modelli prevedono che – ha illustrato Richard Kingsford – nel caso in cui l'acqua tornasse a scorrere libera nel bacino e venissero posti dei limiti all'irrigazione, sarebbe possibile far tornare almeno il 20% dalle popolazioni originali di uccelli".

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