Con oltre 6.700 piante Italia in cima alle classifiche di biodiversità

Ambiente
Una panoramica del paesaggio di Castelluccio, frazione del comune di Norcia in Umbria (foto: Getty Images)
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Il nostro Paese, secondo un rapporto del ministero dell'Ambiente, è uno dei più ricchi al mondo per fauna e flora, ma molti fattori come il cambiamento climatico, l'inquinamento e i rifiuti lo metterebbero a rischio

Con 6.700 specie di piante e oltre 58mila faunistiche, l'Italia è tra i paesi più ricchi al mondo in quanto a biodiversità. Tuttavia la concomitanza, tra le altre cose, di cambiamenti climatici, inquinamento ed emergenza rifiuti in particolare la starebbe mettendo seriamente a rischio. È questa una delle considerazioni che emerge dal primo rapporto pubblicato online dal ministero dell'Ambiente sullo stato del capitale naturale del nostro Paese.

Il rapporto del ministero dell'Ambiente

Questo documento è il frutto del lavoro svolto dal Comitato per il capitale naturale, al quale hanno preso parte nove ministeri, cinque istituzioni di ricerca pubbliche, Regioni, Comuni, oltre a nove esperti scientifici. Il rapporto ha raccolto informazioni relative allo stato di conservazione di acqua, suolo, aria, biodiversità ed ecosistemi, allo scopo di sviluppare un modello di valutazione del capitale naturale. Le rilevazioni sono state inquadrate all’interno di cinque ecoregioni terrestri: alpina, padana, appenninica, mediterranea tirrenica e mediterranea adriatica. A queste si sono aggiunte tre ecoregioni marine del Mediterraneo che interessano l'Italia: mare Ionio e Mediterraneo occidentale e Adriatico.  

Il capitale naturale italiano

L'Italia, secondo quanto è emerso dal documento pubblicato dal ministero, è uno dei paesi europei più ricchi sia di biodiversità marina che terrestre. La flora è costituita da oltre 6.700 specie, il 20,4% delle quali è endemica, ovvero presente allo stato spontaneo solo nel nostro Paese. Nel complesso conta circa la metà delle specie note per l'Europa. La fauna, invece, include oltre 58mila specie, il 30% delle quali è endemica. Ci sarebbero, però, molti fattori di pressione dovuti all’azione dell'uomo che metterebbero a rischio questa ricca biodiversità: cambiamenti climatici, inquinamento, rifiuti, consumo del suolo, abusivismo edilizio, incendi, invasione di specie aliene e spreco di acqua.  

Lo stato del capitale naturale

Sono stati individuati in totale 73 ecosistemi, diciannove dei quali considerati ad alto di conservazione stato (12% della superficie nazionale), diciotto in uno stato medio (14%) e trentasei a basso stato. Questi ultimi, che riguardano il 14% della superficie nazionale, sono stati individuati tra gli ecosistemi forestali della Pianura Padana, quelli delle fasce costiere e sub costiere, delle isole maggiori e delle coste nord-adriatiche, gli ecosistemi legati agli ambienti d'acqua dolce e quelli forestali in territorio di pianura e collina.

Le raccomandazioni contenute nel rapporto

Il Comitato che ha stilato il rapporto ha infine individuato una serie di raccomandazioni. Per prima cosa si dovrebbe adottare un piano d’azione per il capitale naturale e inserirlo all’interno del Documento di Economia e Finanza (Def), tenendo conto di una strategia di sviluppo sostenibile. In secondo luogo, sarebbe necessario, per gli esperti, rafforzare il sistema di aree protette sia di terra che di mare, mettendo in atto le disposizioni che riguardano gli "appalti verdi".

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