Greenpeace sospende campagna contro gigante malese dell'olio di palma

Ambiente
Escavatore in azione in una foresta del distretto di Ketapang in Indonesia (Getty Images)
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Riconosciuto dall’organizzazione ambientalista l'"impegno significativo" del gruppo IOI nell'affrontare la deforestazione e lo sfruttamento ambientale nella catena produttiva

Greenpeace sospende la campagna contro il gruppo IOI, il gigante malese leader nel mercato dell'olio di palma. L'associazione ambientalista ne ha, infatti, riconosciuto l'impegno nell'affrontare il problema della deforestazione e la gestione di tutta la catena di approvvigionamento. A distanza di un anno dalla sospensione del certificato di sostenibilità, IOI ha annunciato ulteriori impegni per migliorare la propria pratica ambientale.

La campagna di Greenpeace

Fin dal 2008, si legge sul portale dell'associazione ambientalista, Greenpeace ha denunciato come il gruppo IOI, che possiede terreni in Malesia e Indonesia, fosse collegato alla distruzione di preziose aree forestali, allo sfruttamento dei lavoratori (anche minori) nelle piantagioni e a incendi di larga portata che contribuiscono all'inquinamento di diverse regioni del sud est asiatico. Ora, però, sembra sia stato riconosciuto l'impegno del gruppo malese nel provare a garantire una produzione sostenibile. Per Kiki Taufik, responsabile della campagna globale per le foreste indonesiane di Greenpeace, infatti, sarebbero stati fatti dei "passi significativi" da parte di IOI, come riporta il Guardian. "IOI – ha detto Taufik – ha fatto molta strada negli ultimi dodici mesi. C'è ancora molto lavoro da fare per ripulire l'industria dell'olio di palma e ci aspettiamo che anche altri operatori rispondano con i loro piani d'azione".

Prodotti non più sostenibili

Il gruppo IOI è uno dei più grandi proprietari di piantagioni per la produzione di olio di palma al mondo. Con oltre 230mila ettari tra la Malesia e l'Indonesia, esporta prodotti in più di 85 paesi. Il punto di svolta per il colosso malese c'è stato nel marzo del 2016. La Tavola rotonda per l’olio di palma sostenibile (RSPO dall'acronimo inglese Roundtable on Sustainable Palm Oil), l'organizzazione agricola nata nel 2004 con lo scopo di promuovere prodotti sostenibili, negò infatti la propria certificazione a IOI, spingendo diverse multinazionali a non rivolgersi più al gruppo malese per l’acquisto di olio di palma. Il certificato di sostenibilità dei prodotti fu ripristinato cinque mesi più tardi, nell’agosto del 2016 perché furono riconosciuti dei miglioramenti nelle credenziali di sostenibilità, anche se RSPO disse che avrebbero continuato a monitorare in maniera indipendente le azioni di IOI.

L'impegno del gruppo IOI

Il gruppo IOI ha annunciato diverse iniziative tra cui l'attuazione di un sistema di monitoraggio per eliminare violazioni dei diritti del lavoro e programmi per la protezione delle aree di torba composte da resti vegetali impregnati d’acqua che non possono decomporsi interamente. Il gigante malese ha, inoltre, commissionato a consulenti esterni la verifica dei progressi compiuti dalla società. Entro la fine dell’anno ci dovrebbe essere una nuova audizione con RSPO, mentre per l’inizio del prossimo la società ha annunciato che si sottoporrà a un controllo indipendente.

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