La Grande barriera corallina stampata in 3D

Ambiente

Floriana Ferrando

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Un team di scienziati dell’Università di Sydney sta mappando la Great Barrier Reef per creare delle stampe tridimensionali fedeli all’ecosistema naturale. E così proteggere meglio coralli “sbiancati”, vittime degli effetti del riscaldamento globale

L’ultimo rapporto del WWF per l’Unesco parla chiaro: la Grande barriera corallina rischia lo sbiancamento. Le cause? Il cambiamento climatico e l’aumento della temperatura del mare. Così un team di scienziati dell’Università di Sydney sta pensando di stampare in 3D una copia della Grande barriera corallina per comprendere meglio i danni provocati dall’emergenza climatica.

Great barrier reef in 3D – Lo scopo del progetto è osservare gli effetti dei cambiamenti e proteggere il territorio marino, sfruttando una versione artificiale della barriera corallina da impiantare nell’oceano. “L’idea – ha spiegato al Guardian la ricercatrice Renata Ferrari, supervisionata dal professor Will Figueira – è quella di mappare, monitorare e stampare la barriera corallina e altri ecosistemi marini in tre dimensioni“. Per la mappatura il team scientifico sta usando una nuova tecnologia derivata dalla fotogrammetria, che trae le ricostruzioni 3D dalle foto, in modo che la stampa rispetti alla perfezione l’originale.

National Geographic racconta lo sbiancamento della Grande barriera corallina



Coralli artificiali – Il team della University of Sydney spera di poter presto sostituire la versione tridimensionale della barriera corallina australiana alle sezioni di coralli ormai al collasso. Un modello di corallo stampato in 3D, secondo gli esperti, può infatti essere impiantato sulla scogliera fornendo una base dove far crescere nuovi coralli e diventando un habitat per quei pesci che si nutrono delle alghe che uccidono il corallo. La trovata è innovativa: a protezione dello spettacolare ecosistema sono state utilizzate negli anni diverse barriere artificiali, dal cemento alle navi affondate, “ma non abbiamo mai avuto una barriera artificiale che assomigli davvero alla struttura della barriera naturale”, dice la Ferrari. “Con le barriere stampate in 3D il vantaggio principale è proprio questo: si fornisce la struttura esatta di una naturale scogliera, perché otteniamo i modelli da foto della barriera prima dello sbiancamento. Così siamo in grado letteralmente di replicarla”.

 


Verso una politica ambientale
– Dopo aver testato la resistenza dei coralli artificiali, gli scienziati sperano di impiantarne alcuni sulla Grande barriera corallina già quest'anno. Tuttavia la mappatura tridimensionale non è la vera soluzione: il professor Figueira sottolinea quanto sia necessaria un'azione urgente a livello globale sui cambiamenti climatici, senza una politica globale che punti a tutelare l’ambiente, infatti, iniziative come questa rischiano di risultare inutili. Al contrario, “se le emissioni di carbonio venissero frenate, interventi locali e regionali potrebbero rivelarsi fondamentali per la salute e la resilienza della barriera corallina. D’altronde tutelare la Great Barrier Reef è importante sotto molti aspetti, considerando che genera 70.000 posti di lavoro e miliardi di dollari ogni anno in entrate turistiche. Per non parlare, poi, degli impatti ecologici della perdita di un intero ecosistema.

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