Napoli: apre il più grande centro per tartarughe del Mediterraneo

Ambiente
A Portici, in provincia di Napoli, il più grande centro del Mediterraneo per le tartarughe marine (foto di repertorio Getty Images)
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Aperto a partire dal 20 gennaio e realizzato dalla Stazione Zoologica Anton Dohr, raccoglierà l’eredità del Turtle Point di Bagnoli che è stato chiuso nel 2014

È il più grande centro per tartarughe marine di tutto il Mediterraneo ed è stato aperto a Portici, in provincia di Napoli, il 20 gennaio. La realizzazione dell’area zoologica, costata oltre un milione di euro, si deve alla Stazione Anton Dohrn, con il contributo della Regione Campania. Il comune di Portici ha messo a disposizione a titolo gratuito l’area laddove sorgeva in passato il macello borbonico. Il centro ospiterà gli animali feriti, fungerà da “nursery” per i cuccioli e avrà dei laboratori per la ricerca.

 

Un centro di eccellenza – Il centro sarà una sede di eccellenza per la cura, l’accoglienza e la ricerca sulle tartarughe marine. È stato realizzato dalla stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, un’istituzione scientifica fondata nel 1872 dal naturalista e zoologo tedesco da cui prende il nome. La realizzazione dell’area è costata circa 1,3 milioni di euro che sono serviti ad acquistare le attrezzature scientifiche e le vasche per gli animali. Il centro di Portici svolgerà sostanzialmente i compiti che prima erano di competenza del Turtle point di Bagnoli che ha chiuso nel 2014. L’eccellenza di questo nuovo sito sta anche nei ricercatori che vi lavoreranno: "i nostri ricercatori si sono formati presso il più grande centro di tartarughe al mondo, il Loggerheads Marinelife Center in Florida", ha detto all’Ansa Roberto Danovaro, presidente della stazione zoologica Anton Dohrn.

 

Il centro ospiterà fino a 100 tartarughe – La struttura ha un ambulatorio, una sala operatoria, strumenti per le radiografie e laboratori attrezzati per le analisi ambientali. Il centro, infatti, ospita l’Osservatorio del Golfo di Napoli che monitora costantemente la qualità delle sue acque. C’è inoltre un reparto, la "nursery", dedicato esclusivamente ad ospitare i piccoli più vulnerabili, ovvero quelli che vengono raccolti sulle spiagge dopo la schiusa delle uova che avviene solitamente in tarda estate. "È importante prendersi cura delle tartarughe soprattutto in questa fase poiché potrebbero andare incontro a temperature delle acque troppo fredde o a correnti che le potrebbero trasportare verso Nord”, ha spiegato Danovaro.

L’attività di ricerca - Il centro di Portici si occuperà dello studio e la conservazione delle tartarughe, concentrandosi soprattutto sugli esemplari che avranno bisogno di cure. Molte infatti "si feriscono a causa dell’impatto con una barca o perché restano intrappolate nelle reti dei pescatori", continua Danovaro. Le plastiche marine sono un altro elemento altamente nocivo "perché possono causare blocchi intestinali", ha spiegato la responsabile del centro, Sandra Hochscheid. Una volta curate, le tartarughe verranno liberate allo scopo di monitorare l’ambiente. Esse, infatti, saranno dotate di gps e sensori che consentiranno di seguirle lungo le loro rotte migratorie dove è possibile raccogliere dati su qualità, temperatura e salinità delle acque. Il centro, inoltre, avrà anche uno scopo didattico: lezioni e sale multimediali saranno aperte alle scolaresche e al pubblico in generale.

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