Allarme di Coldiretti: "In 10 anni scomparsi 2 milioni di animali"

Ambiente
A rischio molte razze tipiche di mucche, pecore e maiali (Getty Images)
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Lo spopolamento delle aree interne e montane ha causato la perdita di razze storich di emucche, maiali e pecore. Questo trend rischia di compromettere il primato della gastronomia made in Italy

Negli ultimi dieci anni sono scomparsi dagli allevamenti 2 milioni di animali. Le razze più colpite sono mucche, maiali e pecore e le loro varianti storiche, venute meno a causa dello spopolamento delle aree interne e montane, dove venivano allevate. A lanciare l'allarme è Coldiretti, che in occasione della tradizionale benedizione per San Antonio Abate, patrono degli animali, rende noti i risultati dell'ultima analisi territoriale. Questo dato mette a rischio anche il primato dell'enogastronomia made in Italy e rende il nostro Paese più dipendente dall'estero per l'importazione di carne, salumi, latte e formaggi, ormai vicina al 40%.

 

La Fattoria Italia - In Italia vengono ancora allevati 49 milioni di galline per le uova, 8,7 milioni di maiali, 6,2 milioni di pecore, 6 milioni di conigli, 6,1 milioni di bovini, 750mila capre, 344mila bufale, 385mila cavalli e 59mila asini. Nonostante un'importante attività di recupero, Coldiretti fa notare che nel nostro Paese sono minacciate di estinzione ben 130 razze, tra le quali ci sono 38 tipi di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di uccelli e 7 di asini. Tra le razze più a rischio ci sono la capra Girgentana, la gallina di Polverara, la Mora romagnola (un maiale dal mantello nerastro) e i bovini di razza Garfagnina.

 

Sos gastronomia - A essere minacciato è anche il primato gastronomico dell'Italia nel mondo, un risultato determinato anche dalla presenza sul mercato di 49 formaggi Dop riconosciuti dall’Unione Europea. A rischio ci sarebbero anche i prodotti della norcineria nazionale, tra cui quelli tipici delle zone colpite dal terremoto in Centro Italia, ma anche il culatello di Zibello o il prosciutto San Daniele, per un totale di 41 tipologie di salumi italiani.

 

La riscossa degli asini - L'allevamento degli asini è invece in netta controtendenza rispetto all’andamento generale: negli ultimi dieci anni il numero di esemplari allevati è più che quadruplicato. Gli asini vengono utilizzati per la produzione di latte, adatto ai bambini con intolleranze, per gustosi gelati e cosmetici naturali, già noti nell'antichità. Inoltre, gli asini sono protagonisti della onoterapia: una branca della pet terapy sempre più diffusa a livello mondiale.

 

In attesa di etichette più chiare - Oltre alla scomparsa dei capi animali da allevamento, materia prima di questi prodotti, ci sono anche norme poco chiare che non tutelano il made in Italy rispetto ai prodotti importati dall'estero. La legge che obbliga ad indicare in etichetta la provenienza del latte e i luoghi di lavorazione, è stata pensata come una garanzia per i consumatori riguardo livelli di sicurezza e di qualità superiori: l'attuazione della norma è prevista per quest'anno.

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